Com’è secondo noi Kung Fu Panda 4? Skadoosh!
E’ impossibile, assolutamente impensabile, recensire in maniera seria e accurata l’ultima avventura di Po nell’insolita Juniper City. Sarà perché il pubblico dell’anteprima era composto prevalentemente da scatenati bambini pieni di energia. Sarà per l’ennesima ondata di buonumore e pacioccosità che ispira il Maestro Dragone. O forse l’entrata a piè pari di Jack Black nella sigla finale con “Baby One More Time” ci ha fatto cantare a squarciagola con le ultime energie giornaliere.
Vogliamo evitare troppe anticipazioni, quindi seguiamo brevemente le prime righe di incipit di Universal Picture:
Dopo aver sfidato la morte in tre incredibili avventure sconfiggendo nemici di fama mondiale con il suo straordinario coraggio e le sue pazzesche abilità nelle arti marziali, Po, il Guerriero Dragone (Jack Black, candidato ai Golden Globe), è chiamato dal destino a… darci un taglio. Gli viene infatti affidato il compito di diventare il capo spirituale della Valle della Pace. Questo comporta però un paio di problemi evidenti. In primo luogo, Po ne sa di leadership spirituale tanto quanto di paleodieta e, in secondo luogo, deve cercare e addestrare al più presto un nuovo Guerriero Dragone prima di poter assumere la sua nuova e prestigiosa posizione.
Il cast originale è di primo ordine, le voci sono affidate al mattatore Jack Black e a sontuosi premi Oscar e Golden Globe. In Italia abbiamo scelto invece di affidarci ai professionisti del doppiaggio. E, parere personale, non c’è nulla da invidiare al cast originale. Anche per questa quarta pellicola non posso che avere che il pollicione in alto per Fabio Volo nelle vesti di Po, eppure la magnificenza della voce di Tai Lung rieccheggia in sala, così come la dolcezza ed irriverenza della nuova co-protagonista Zhen. Eppure, in tipico italian style viene propinato con forza quello in lingua madre, omettendo (a parte per Fabio Volo) i nomi dei nostri magnifici doppiatori nostrani.
DreamWorks Animation aggiunge un’altra piccola chicca ai capitoli di Kung Fu Panda, riuscendo comunque ad essere abbastanza convincente con le motivazioni per cui “ne avevamo bisogno senza saperlo”. Quel gradino che dovrebbe consacrare Po al rango più alto. Quel passo verso la realizzazione che in qualche modo gratifica tutti i fan , che aspettavano il trionfo finale di questo panda morbidone e fuori dal comune dei Maestri Marziali.
Rimane sempre quella comicità spiccia e diretta, quella che ti fa sorridere senza dover pensare e capire le sottigliezze, quella che viene indotta da una pellicola digitale e in qualche modo è anche sentore di un’abilità di animazione strabiliante. Luci, paesaggi, effetti speciali, Tutto è congeniato molto bene per appagare la vista.
E in tutta questa frenesia e colore, c’è sempre nascosta qualche piccola perla di saggezza, di buoni sentimenti, di redenzione, che nell’ora e mezza di lungometraggio ci accompagnano verso la morale di tutto il film. E che ovviamente non vi sveleremo!
Un piccolo consiglio però vogliamo lasciarvelo, se avete amato i piccoli e coccolosi gattini de “Il Gatto con gli Stivali”, tenete d’occhio i morbidosi coniglietti dell’underground di Juniper City.
Quindi promosso? Stranamente si. I sequel sono sempre ostici da tenere in piedi, ma è stato trovato un ottimo stratagemma ed una sceneggiatura molto interessante che cattura lo spettatore. Mancano le 5 Furie, ma la presenza di Shifu e il rispolvero dei vecchi villains da un tocco un po’ più fresco al capitolo, concentrando l’attenzione sui protagonisti principali, senza inutili fronzoli o protagonisti complementari.
Il 21 Marzo, se volete farvi qualche risata in compagnia, cantare o guardare qualcosa di leggero, non perdete questo divertente e frizzante film.
Ovviamente, in caso ve ne siate dimenticati, la parola giusta è Skadoosh!