Vi sono storie di fantasia che sembrano storie realmente accadute, con quel alone di mistero e leggenda che si perde tra le nebbie del tempo.
Una di queste è “La Luna e l’Acciaio” di Daruma Matsuura, pubblicato da J-Pop, un manga che immerge il lettore nel periodo Tempo (1830-1844), in una società in cui la figura del samurai aveva un importante peso sociale e politico nella scala delle gerarchie della vita quotidiana.
Konosuke Ryudo è un giovane samurai, di una famiglia caduta in disgrazia, il quale pur volendo diventare un valoroso guerriero, per via di una strana maledizione, non è in grado di impugnare la katana, ovvero tutti gli oggetti di metallo li respinge deformandoli, di conseguenza non può essere ucciso con qualsiasi tipo di lama.
Ryudo vorrebbe farla finita, quando giunge una proposta di matrimonio da parte una giovane e affascinate donna, Tsuki, la quale è ha conoscenza del fatto che il samurai non è in grado di impugnare una vera spada.
Chi è in realtà questa misteriosa fanciulla? Per il giovane è la scoperta che vi sono altri individui con strani poteri legati all’intero creato che fanno a capo al dipartimento dell’Onmyo…
Un’opera con una narrazione fluida in cui diversi fili narrativi si intrecciano, in un susseguirsi di colpi di scena, momenti drammatici e gag, riuscendo a mescolare situazioni di intensa emotività ad altri umoristici, sorprendendo così il lettore ad ogni pagina.
Il disegno molto accattivante, il quale punta molto sull’espressività dei personaggi permettendo di avere una visione appagante e dal contesto realistico.
Un titolo ottimamente strutturato con aspetti innovativi e piacevoli, in cui emerge e si rafforza, tavola dopo tavola, il rapporto tra il disilluso samurai e la misteriosa fanciulla e in questi momenti di conoscenza dei due protagonisti emerge dei dettagli e frammenti della vita di quel tempo.
Una lettura in cui si alterna azione e momenti di intesa riflessione, in cui lo scorrere del tempo rallenta per dare consapevolezza a chi legge, di osservare tutto il contesto, come ad una mostra di quadri ci si sofferma ad ammirare il capolavoro.
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