Onestamente parlando non ho ben capito che genere di manga sia “Nuvole a Nord-Ovest” di Aki Irie pubblicato da J-Pop. Sembra, all’inizio, incentrato su personaggi con poteri ESP, per poi diventare una spy-story per passare ad un thriller, senza però mai entrare nel vivo della narrazione che rimane, almeno in questo primo volume, anonima.
In Islanda il diciasettenne Kei Miyama vive con il nonno dall’indole donnaiolo, svolgendo l’attività di detective nel ritrovamento di oggetti e persone, in quanto dotato di una specie di potere sensoriale con il quale riesce a comunicare con svariati oggetti elettronici e meccanici. Si trova a mettersi alla ricerca del fratello, il quale vive con gli zii in Giappone ma da cui non riceve più notizie….
L’opera ottimamente disegnata, con cura nei particolari e nei paesaggi, questi ultimi rappresentati in maniera tale da sembrare dei dipinti, mettendo in evidenza la natura Islandese, pecca nella sceneggiatura, lenta e incomprensibilmente povera di spunti che permettano al lettore di rimanere ancorato alla lettura.
Si ha un’apparenza di storia oltre la metà del volumetto, dopo l’introduzione di svariati personaggi mal assortiti e peggio ancora psicologicamente impalpabili, tutto questo oltre a non entusiasmare, porta a risultati prevedibili dove invece sarebbe dovuto accadere qualche colpo di scena.
Una storia che rimane ai margini e che si rispecchia troppo nel disegno accurato e realistico, in un’aurea quasi trasognante ma che poi risulta fine a se stesso. Il protagonista Kei è frenato, imprigionato in questo schema creato dall’autore, limitandone le sue potenzialità. Come si direbbe a scuola: un ottimo studente con buone capacità ma che non si applica.
Si Ringrazia: