Ormai è una corsa a chi presenta, sulle varie piattaforme televisive (Sky, Netflix, Disney +….) nuove serie di ogni genere, con il risultato di una quantità enorme di titoli ma non tutti con sceneggiature all’altezza delle aspettative.
In questo oceano di produzioni mi ha incuriosito “The New Legends of Monkey “, una rivisitazione del famoso Romanzo “Viaggio verso Occidente”, un classico della letteratura cinese, pubblicato nel 1590 circa, il cui l’autore è anonimo, anche se lo si associa a Wu Cheng’en. L’opera parla di un viaggio intrapreso dal monaco buddhista Sanzang che i deve recare in India per ottenere dei testi sacri. In sua compagnia vi è il re scimmia Sun Wukong, il maiale Zhu Wuneng e il demone fluviale Sha Wujing.
Il testo è stato fonte d’ispirazione di molti manga e anime, tra i più famosi “Dragon Ball” di Akira Toryama, “Starzinger” di Leiji Matsumoto, “The Monkey” di Osamu Tezuka.
La serie televisiva, diretta da Gerard Johnstone è una produzione Australiana- Nuova Zelanda, in cui una ragazza si fa passare per il monaco Tripitaka e libera dalla montagna di giada, il Re Scimmia Wu Kong che 500 anni prima era stato imprigionato.
In una terra, in cui gli dei sono spariti e gli umani sono sotto l’egemonia dei demoni, il gruppo a cui si uniranno altre due divinità: Pigsy e la dea dell’acqua Sandy, dovranno ritrovare i sette rotoli delle scritture sacre che il re scimmia aveva disseminato per i continenti e poter così sconfiggere la forze demoniache.
La serie, di cui per il momento sono state realizzate due stagioni per un totale di 20 episodi, ha tutti i presupposti per essere accattivante, un fantasy ricco d’azione e con un tocco di umorismo dato dal Re Scimmia, sempre molto eccentrico con i suoi compagni che gli fanno da spalla.
Se la sceneggiatura, pur presentando alcune lacune risulta piuttosto strutturata, gli effetti speciali sono il punto debole, pochi e fatti anche male. La struttura dell’opera, ricorda i telefilm di “Hercules” e di “Xena”, con poche comparse ( le quali sembrano, per via dell’abbigliamento, usciti da Ken il Guerriero”) e ambientazioni sterili e ripetitive.
I protagonisti, escludendo le scene di arti marziali che risultano troppo statici, sono il punto di forza: simpatici, carismatici, emotivamente coinvolgenti.
Bisogna adesso capire se Netflix, dato che è una produzione esclusiva di questa piattaforma, sia interessata a realizzare una terza serie.